Parco archeologico di Abellinum, l’affondo dell’ex assessore alla Cultura Lello Barbarisi: “sito dimenticato”
Pubblicato in data: 28/2/2021 alle ore:08:35 • Categoria: Attualità, Politica •«La nostra storia è mortificata. Ben venga la nuova direzione di Pompei, è uno bravo quello arrivato. Ma la Campania non è solo Pompei. C’è anche Abellinum. Per essa con il nuovo Puc “abbiamo” immaginato una valorizzazione pari a quella del Parco di Teodorico in Ravenna. Il parco come rappresentazione di una sintesi naturale tra cultura e paesaggio, contenuto tra le mura storiche e la cintura verde della città».
Sul futuro del Parco archeologico della cittadina del Sabato interviene l’ex delegato alla Cultura Lello Barbarisi. L’ex consigliere comunale critica la mancanza di una strategia anche a livello regionale che possa valorizzare i siti storici interni. «Abellinum, come Conza della Campania, un po’ meglio va ad Avella, sono ridotti come quelli affacciati alla finestra a guardare Pompei che fa l’asso piglia tutto – polemizza Barbarisi – contrariamente a quell’attenzione che era stata promessa da più parti per la valorizzazione dei siti e parchi archeologici interni. Mi viene voglia di protestare e dire che non si po’ andare avanti sempre così».
Per l’ex consigliere comunale invece la valorizzazione dei siti culturali nelle aree interne regionali dovrebbe rappresentare il volo di sviluppo del territorio.
«Non si capisce che mettere le aree interne nella condizione di auto-promuoversi attraverso la cultura, poi lo sviluppo e l’economia può interessare anche altri settori. Una valorizzazione dal punto di vista archeologico, magari in un progetto d’insieme lungo l’asse Abellinum, Avella e Conza con dei caselli anche di uscita lungo questo viaggio, con tappe che coinvolgano anche i siti religiosi. L’Irpinia è anche terra di castelli. Il tutto per portare all’interno un po’ di flussi turistici, visto che Salerno non può reggere da sola tutto il carico di turismo. Le aree interne si sentono mortificate e né si sentono più proposte di una certa portata. Quindi sarà il caso di accendere di nuovo i riflettori su questa materia».
Attenzione l’ex delegato alla Cultura chiede anche all’Amministrazione del sindaco Giuseppe Spagnuolo nella stesura del Piano urbanistico comunale «speriamo che non ci siano variazioni anche in merito a ciò che si era immaginato per Abellinum attraverso il Puc con la perequazione, che dovrebbe consentire a chi lo vorrà di portarsi fuori dall’are archeologica vincolata dalla Soprintendenza i volumi lasciando poi al Comune la proprietà dell’area all’interno della quinta di Abellinum. Una valorizzazione che avevamo proposto con l’architetto Pio Castiello e l’ex assessore Luigi Tuccia sul modello del parco di Teodorico. Purtroppo l’archeologica da sola non può farcela e bisogna andare in una costruzione dei parco che non sia solo per gli appassionati ma che sia a dimensione familiare, all’interno del quale ci siano una serie di attrattori con strutture di accoglienza e ricezione realizzati dai proprietari dei suoli o una sostituzione di questi. Un piano che consenta di mettere in campo attività e servizi per rendere il parco visitabile, appetibile con locande albergo e altre strutture. Un progetto di prospettiva di lungo e largo respiro. Altro tipo di sviluppo per la città non ne vedo. Infine bisognerebbe ragionare anche in ambito di Area Vasta con Avellino, Manocalzati e gli altri comuni limitrofi. Atripalda ci metterebbe il patrimonio storico artistico, romanico e preromanico, gli altri comuni invece altri siti». Questa la visione e la proposta dell’ex delegato.
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