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Debito Cosmari, il sindaco Laurenzano in Prefettura si sfoga:«I cittadini non pagano, il Comune è senza soldi»

Pubblicato in data: 3/3/2010 alle ore:11:55 • Categoria: Attualità

sindaco-laurenzanoDissesto finanziario e debito Cosmari Av1, situazione ancora critica per il comune di Atripalda. Nella giornata di ieri il sindaco Aldo Laurenzano ha discusso con il prefetto di Avellino Ennio Blasco riguardo la vertenza di pagamento nei confronti del Consorzio smaltimento rifiuti. In mattinata il prefetto ha incontrato, infatti, i sindaci dei comuni inadempienti (Solofra e Mercogliano risultano sprovvisti del piano di rientro) mentre fuori la Prefettura i 270 dipendenti Asa manifestavano contro la situazione economica determinata dall’ammanco di circa dieci milioni di euro nelle casse del CoSmaRi che rischia di mettere a repentaglio il loro lavoro e il pagamento degli stipendi.
Solo il comune di Atripalda ha un debito verso il Cosmari di circa due milioni di euro. 
Il prefetto ha così fatto richiesta al primo cittadino di Atripalda di anticipare almeno 300mila euro entro venerdì 5 marzo, ma Laurenzano chiede più tempo.
«Il Comune di Atripalda è senza soldi perchè i cittadini non pagano. Ho attuato tutti i passaggi amministrativi necessari per onorare i debiti nei confronti del Cosmari con cui abbiamo condiviso con il piano di rientro del debito. Ho già dato mandato agli uffici finanziari del comune di recuperare i fondi da destinare al Consorzio, stiamo onorando, anche se a fatica, quanto approvato nel piano di rientro, –  ha dichiarato il sindaco – l’Ufficio Tributi e Finanza sta cercando di reperire questi soldi nelle pieghe del bilancio, nel momento in cui ci troviamo non possiamo pagare questa cifra, posso rimettere le chiavi del Comune. Abbiamo inviato i mandati di pagamento ad Equitalia (agenzia delegata alla riscossione dei mandati di pagamento del comune) come attestato dalla Corte dei Conti». «Apprezzo il piano di rientro ma devo garantire lo stipendio per i dipendenti Asa – risponde duramente Blasco – se la situazione è questa le chiavi, a questo punto, si dovrebbero consegnare a qualcun’altro».
Secondo quanto dichiarato dal sindaco, gli uffici hanno emesso i mandati di pagamento della Tarsu, ma a fronte di cartelle emesse per un importo di circa 1 milione e 900 mila euro, il comune ha incassato 1 milione e 100mila euro per il servizio relativo allo scorso anno. «Che cosa dovrebbe fare l’Amministrazione comunale? Andare nelle case dei cittadini e pretendere il pagamento della tassa con il plotone di esecuzione al seguito? Stiamo vivendo una difficilissima situazione economica che ha ripercussioni molto negative anche da un punto di vista sociale: le famiglie hanno difficoltà anche a pagare i fitti e comprare alimenti». 
Il sindaco ha voluto, inoltre, precisare alcuni aspetti dell’incontro in Prefettura: «Da cittadino e da sindaco, nutro il massimo rispetto personale e istituzionale per il Prefetto Blasco – spiega il sindaco – non siamo un Comune inadempiente, perché non abbiamo il potere di controllare i flussi temporali delle entrate tributarie».
Questo l’aspetto che Laurenzano ha voluto evidenziare al prefetto augurandosi una sua segnalazione al Governo centrale, affinché si possano mettere in atto azioni di salvaguardia per i lavoratori Asa, molti dei quali atripaldesi. «E’ necessaria una collaborazione istituzionale, – continua il sindaco – purtroppo, ritengo che questa situazione si riproporrà esattamente allo stesso modo tra qualche mese e la situazione non cambierà certamente con la nascita di un nuovo consorzio provincializzato che si troverà a gestire soltanto un debito maggiore, somma dei debiti di tutti i comuni inadempienti. Resto convinto, comunque, della necessità di cambiare il concetto e la determinazione della tassa dei rifiuti che andrebbe calcolata in base al numero degli abitanti per ogni comune».
Laurenzano infine polemizza anche con il mancato ristoro concesso al comune del Sabato per i disagi arrecati dalla vicinanza del Cdr di Pianodardine: «Bisogna, inoltre, considerare che il comune di Atripalda non riceve nessun ristoro, come il comune capoluogo, per il Cdr di Pianodardine, nonostante questa struttura insista in maniera prepotente anche sul territorio atripaldese e su quello di altri comuni con cui confina». 

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