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Parco San Gregorio, alla conferenza stampa del sindaco interviene a sorpresa l’onorevole Alberta De Simone: «fermate lo scempio». Foto

Pubblicato in data: 19/2/2022 alle ore:14:58 • Categoria: Attualità, Politica

«La pineta studiata dall’agronomo non era più la pineta che è stata acquisita negli anni novanta dal Comune. E’ vero che negli anni ci sono stati interventi di sola manutenzione ordinaria, come quello messo in campo dalla Provincia di Avellino, ma mai di salvaguardia delle essenze arboree. Questo intervento importante punta alla salvaguardia ambientale e alla messa in sicurezza dell’area». A parlare è il sindaco Giuseppe Spagnuolo che ha tenuto ieri mattina nella Sala consiliare una conferenza stampa per sgombrare il campo dalle accuse mosse dal Comitato “Atripalda bene comune” sul taglio in corso degli alberi di parco San Gregorio difendendo l’intervento di valorizzazione in corso. Un incontro che registra tra gli interventi del pubblico quello contrario dell’onorevole Alberta De Simone, che da sindaco acquisì a patrimonio pubblico la pineta e che è pronta a difenderlo ricorrendo anche alle vie giudiziarie «contro chi fa lo scempio del parco».
«L’intervento che si sta portando avanti – ha chiarito il primo cittadino – è finalizzato innanzitutto alla salvaguardia del Parco. Abbiamo visto come alcuni cittadini abbiano avuto un’impressione diversa ed è per questo che vogliamo spiegare».  Risponde alle critiche mosse anche dall’ex presidente della Provincia «Con l’agronomo ci siamo confrontati su di una pineta profondamente diversa da quella che era trent’anni fa. La pineta di quegli anni, infatti, non necessitava di questo tipo di intervento. Questa è la verità. Ma la pineta del 2020 o del 2021 aveva assolutamente bisogno di questo intervento per un parco degno di questo nome, oppure non avremmo potuto fare altro che accompagnarlo in un invecchiamento naturale e basta. Ci siamo trovati di fronte ad una superficie dell’ottanta per cento totalmente impraticabile per i rovi, il ribaltamento degli alberi, i parassiti. Noi vogliamo rendere fruibile quest’area, metterla a disposizione della nostra comunità e non assistere inermi al suo declino. Nessuno ha intenzione di fare cose diverse da quelle previste negli strumenti di programmazione. Il piano di gestione forestale interviene in un discorso di valorizzazione e prevede un importante intervento di ripiantumazione laddove c’è stato maggiore danneggiamento degli alberi. Il tutto, poi, avviene in maniera controllata: ogni albero è numerato e la ditta che sta eseguendo l’intervento può prelevare solo il legno segnalato. Alla base c’è un rilievo effettuato che dice quali alberi vanno tagliati e ne individua le ragioni. Oggi abbiamo dovuto reimpiantare il 20 per cento, se avessimo atteso altri cinque anni, avremmo dovuto reimpiantare il 60 per cento. Sono scelte che guardano al futuro, che parlano al futuro della nostra Città. Sono scelte coraggiose e le critiche ricevute me le aspettavo».
Anche il delegato al Parco, Costantino Pesca evidenzia che «Potevamo decidere di chiudere il parco negandone la fruibilità oppure provare ad intervenire utilizzando gli strumenti normativi che oggi abbiamo a disposizione. Abbiamo scelto questa seconda strada, quella che ci ha portati alla redazione del Piano di Gestione Forestale che ha una validità di dieci anni e che, perciò, programma gli interventi da compiere sul fronte della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio. Siamo consapevoli che scelte coraggiose possano attirare critiche e siamo pronti a riceverle e a respingerle». L’agronomo Erminio Luce, direttore dei lavori, sul taglio boschivo spiega: «i rilievi hanno determinato una possibilità di eliminare 1800 metri cubi. Noi in progetto abbiamo previsto di eliminarne solo mille, parecchi di meno rispetto a quello che era possibile».
L’onorevole Alberta De Simone non lesina critiche: «Se dicessi che mi avete convinto sarei una bugiarda, siccome non sono abituata ad essere ipocrita, vi dirò chiaramente che non mi avete convinto. L’unica giustificazione che dò alla presente amministrazione che da quando il parco fu acquisito a patrimonio pubblico, e lo ha acquisito la sottoscritta perché il sindaco di allora in carica era in ferie, io revocai quattro licenze edilizie nel parco di San Gregorio che avrebbero distrutto un bene ambientale e naturale. Da quando fu acquisto in un solo anno, prima dell’inaugurazione fatta alla presenza dell’allora presidente della Camera Giorgio Napolitano, un giorno storico per la città. Ripulimmo una zona di 20mila metri quadri, spendendo molto poco anche allora avevamo molti debiti». Denuncia il totale disinteresse di tutte le amministrazioni che si sono succedute a quella di Piscopo-De Simone «rinunciando anche a non fare danni» e «ho letto le carte e la gara a mio avviso è molto scandalosa, andava fatta al ribasso, non al rialzo. Ho dedicato 18 anni della mia vita politica a questo comune, e dall’opposizione ho visto troppo spesso le ragioni della giustizia e del buon senso calpestate dalla logica dei numeri. Il palco è l’ultimo polmone verde di questa città e merita altro e non il disinteresse di chi è venuto dopo, mosso anche dalla gelosia. Adesso dovete fermare questo intervento, e procedere alla contemporanea piantumazione. Se vedrò un cambiamento io ritirerò le critiche perché sono una persona onesta. Se non vedo questi mutamenti – conclude -, aderirò a tutte le istituzioni, anche giudiziarie, contro chi fa lo scempio del parco»
Lavori che anche il fondatore di Abc Roberto Renzulli ha contestato nel suo intervento conclusivo «il comune ha davvero garantito il pubblico interesse e verificato l’intervento? il parco va sistemato e lasciato così com’è visto che ci vorranno decenni per farlo tornare alle condizioni in cui era» sollevando poi una serie di quesiti con lo scontro verbale con il sindaco «domande non corrette, sono speculazioni politiche le tue. Noi non stiamo tagliando tutti gli alberi. Non è così».

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