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Scoperta dai Carabinieri alcova di colombiane a pagamento in una villetta appena fuori città, in contrada Acqua Chiara

Pubblicato in data: 13/4/2010 alle ore:10:38 • Categoria: Cronaca

villetta-colombianeScoperta l’ennesima casa di prostituzione dai Carabinieri della Stazione di Atripalda, questa volta situata all’interno di una villetta a due piani con giardino in una zona periferica ma residenziale di Atripalda, in contrada Acqua Chiara (foto) -provinciale Cerzete.
Ieri in tarda serata è scattato il blitz dei militari. Due le donne native della Repubblica Colombiana, classe 1968 e 1969, che hanno trovato all’interno della villetta. Oltre alle due straniere, regolari in Italia e residenti rispettivamente a Novara e Terni, come prova dell’effettivo svolgimento del meretricio, i carabinieri hanno notato la presenza di luci rosse e soffuse, arredamento tipico, denaro contante per oltre 800 euro, provento dell’attività di prostituzione della serata, preservativi e altro materiale erotico chiaramente attinente all’attività stessa.
Un’attività di meretricio anche questa volta pubblicizzata online e sui principali quotidiani irpini con degli espliciti annunci e dei numeri di telefono appartenenti alle due. Il prezzo pattuito per la prestazione era di circa 100 euro e in una singola giornata i clienti potevano arrivare anche a una decina.

villetta-colombiane_Ad allertare le forze dell’ordine sono state le voci e le lamentele in paese. I militari hanno subito messo in atto alcuni servizi di osservazione e controllo della zona, con personale in borghese e macchine civetta posizionate nei pressi della villetta, che ospitava all’interno ben 6 stanze adibite a camera da letto, anche se solo 3 erano effettivamente utilizzate allo scopo. I carabinieri atripaldesi hanno così fermato le persone che uscivano dal cancello d’ingresso della villetta, interrogandoli sul motivo della loro presenza e scoprendo che quanto sospettato corrispondeva al vero e che all’interno dell’abitazione vi era una vera e propria casa di appuntamenti. Dagli accertamenti è emerso che l’appartamento in cui le due donne esercitavano il meretricio era stato affittato dalla proprietaria, una 55enne del posto, ad un’altra donna colombiana, probabilmente domiciliata a Roma ma attualmente non presente su Avellino, già nota per questo genere di attività. Quest’ultima donna, quindi, è stata deferita in colombiana1stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino per il reato previsto dalla famosa legge Merlin, e cioè per aver adibito l’abitazione a casa di prostituzione. Le indagini sono ora volte ad accertare eventuali ulteriori responsabilità della donna colombiana attualmente irreperibile, e di eventuali terze persone che potrebbero aver fatto da intermediario con questa donna colombiana e segnalarle la presenza di questa abitazione libera su Atripalda.
In tarda notte, le due donne colombiane sono state rilasciate, dopo essere state proposte per il provvedimento amministrativo del foglio di via obbligatorio, mentre la villetta è stata sottoposta a sequestro, onde far cessare l’attività di meretricio e permettere alla magistratura di addivenire alle proprie conclusioni in ordine alle indagini effettuate dai carabinieri di Atripalda.

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