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Inquinamento Valle del Sabato, il deputato del M5S Sibilia interroga il Ministro

Pubblicato in data: 6/7/2014 alle ore:10:01 • Categoria: MoVimento 5 Stelle Grillo, Politica

carlo-sibilia-in-aulaDi seguito vi proponiamo il teso dell’interrogazione presentata in Commissione Ambiente dal deputato irpino del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia: “Premesso che: l’ambito territoriale in provincia di Avellino comunemente indicato come media Valle del Sabato comprende i comuni di Avellino, Montefredane, Manocalzati, Prata Principato Ultra, Pratola Serra, Atripalda, tutti interessati da un preoccupante inquinamento ambientale;
nel corso di un’indagine commissionata dalla provincia di Avellino nel 2005 l’Agenzia regionale protezione ambientale della Campania riscontrava nei suoli dei 12 punti campionati della Valle del Sabato valori di pcb (policlorobifenili, composti organici che hanno una tossicità simile a quella della diossina) fino a 0,0048 mg/kg, quasi cinque volte oltre i limiti consentiti. Oltre le soglie imposte dal decreto legislativo n. 471 del 1999 anche rame, piombo stagno, berillio, vanadio, tallio. Sul fronte delle acque superficiali del fiume Sabato veniva registrata la presenza di valori old e norma di ammoniaca, fosforo e tensioattivi anionici. Nei pozzi sotterranei, le analisi chimiche evidenziavano concentrazioni anomale di cloruri, ione ammonio, manganese, ferro e idrocarburi. Rispetto al monitoraggio dell’aria con sei postazioni nei comuni di Atripalda, Manocalzati, Pianodardine di Avellino, Arcella di Montefredane, Pratola Serra, Prata di Principato Ultra si registrava il superamento dei valori normati «a protezione della salute umana» di monossido di carbonio, ozono, polveri sottili (PM 10), valori oltre norma di toluene, ossidi di azoto e, soprattutto, una quantità di benzo(a)pirene, pericoloso cancerogeno, fino a 4,8 nanogrammi per metro cubo, quasi cinque volte oltre il valore normato di 1 nanongrammo per metro cubo;
secondo il piano di monitoraggio del 2007 dell’Arpac nei suoli risultava sforata la soglia di contaminazione per berillio e stagno in tutti i punti campionati, mentre la concentrazioni media di pcb era fino a sei volte maggiore del valore del 2005 (con picchi di 0,23 mg/kg). Nelle acque sotterranee la concentrazione di ferro aumentava da 3 a 10 volte rispetto al precedente monitoraggio. Nel fiume Sabato risultavano stabili le presenze di ammoniaca, fosforo e nitrati. Nell’aria di tre siti analizzati, le polveri sottili (PM 10) raggiungevano picchi di 84 microgrammi per metro cubo nell’arco della giornata (valore massimo consentito dalla legge 50 microgr/m3) e concentrazioni medie durante il periodo di monitoraggio pari a 49 microgr/m3 (limite a protezione della salute umana 40 microgr/m3). Ad Arcella di Montefredane, nel cuore del nucleo industriale, i valori di PM 10 risultavano sballati in 7 giorni su 12 (basti pensare che in tutto l’anno si possono superare solo 35 volte);
la relazione del primo semestre del 2007 a cura della provincia di Avellino, dell’allora Azienda sanitaria locale Av2 e della seconda università degli Studi di Napoli mostrava per la Valle del Sabato una mortalità superiore alla media regionale, per tumori delle ossa e del connettivo. I dati evidenziavano, inoltre, un’incidenza significativa di leucemie nel comune di Pratola Serra per i maschi e del tumore del colon a Montefredane per le donne;
ad Arcella di Montefredane, in prossimità con l’abitato, c’è l’impianto di trito vagliatura dei rifiuti, denominato Stir, dove stazionano circa 20mila ecoballe, ognuna delle quali pesa circa 1 tonnellata, frutto dell’ultima emergenza rifiuti in Campania;
a Manocalzati c’è la Irm, uno stabilimento adibito allo stoccaggio di rifiuti, oggi dismesso. Il 22 gennaio 2005 un incendio durato più di 24 ore mandò in fumo oltre 7000 tonnellate di rifiuti stipati nel sito. Da allora la bonifica non è stata effettuata né si è mai stimata la diossina prodotta dal rogo;
in un popoloso quartiere di Avellino, denominato Borgo Ferrovia, c’è lo stabilimento dell’ex Isochimica, in cui per conto delle Ferrovie dello Stato, dal 1983 al 1988, sono state scoimbentate 499 elettromotrici e 1700 carrozze per un totale di 20mila chili di amianto smaltiti, interrati o cumulati in oltre 500 cubi friabili di cemento. Il sito non è mai stato sottoposto a bonifica e solo nel giugno dello scorso anno la Procura di Avellino ne ha disposto il sequestro, in via d’urgenza, e ha iscritto nel registro degli indagati 24 persone, tra cui alcuni amministratori comunali dell’epoca, con l’ipotesi di reato di disastro ambientale. Finora 10 ex operai sono deceduti per malattie asbesto-correlate e oltre 140 sono ammalati;
la Valle del Sabato è attraversata dal fiume Sabato, tra i più inquinati d’Italia e al centro delle inchieste di tre procure (Santa Maria Capua Vetere, Benevento e Avellino) per il cattivo funzionamento degli impianti di depurazione e gli sversamenti illeciti nei Comuni che lambisce. Forestale e Arpac hanno attestato la presenza di batteri come escherichia coli e streptococco, azoto ammoniacale (dovuto a scarichi fognari o zootecnici) e tensioattivi (sostanze inquinanti contenute nei detergenti) oltre i limiti stabiliti dal Testo Unico Ambientale, come è riportato nell’inchiesta giornalistica pubblicata il 19 febbraio 2014 su «L’Espresso» con il titolo «I veleni della Valle del Sabato, una storia lunga 30 anni»;
il Protocollo di Intesa stipulato nel 2010 tra l’associazione «Ambiente e Salute», i sindaci dei Comuni interessati, la Provincia di Avellino, il consorzio Asl che gestisce i servizi nell’area industriali e la società IrpiniAmbiente che si occupa del sito di trito-vagliatura dei rifiuti, con l’obiettivo di predisporre un piano di gestione dell’area che consenta di monitorare le prestazioni ambientali individuando specifiche azioni attraverso l’impiego di indicatori per valutare lo stato dell’ambiente e di istituire organismi di dialogo con gli enti e le forze produttive, finora non ha visto la sua effettiva attuazione;
il giorno 11 giugno 2014 lo stabilimento Novolegno del gruppo Fantoni, allocato in Arcella di Montefredane, viene interessato da un incendio che, secondo le prime ricostruzioni, sembra sia stato causato dall’esplosione interna di un silos le cui fiamme si sarebbero propagate all’interno dei condotti che raccordano i vari silos interni ed esterni allo stabilimento in cui si producono pannello di fibra di legno; la comunità locale e le organizzazioni sindacali hanno espresso forti preoccupazioni in merito a questo incidente, evidenziando che si tratta del terzo incidente del genere in meno di un anno e denunciando le gravi carenze che riguardano il sistema antincendio dello stabilimento Novolegno;
nei giorni 12 e 13 giugno 2014 l’Arpac ha provveduto ai rilievi necessari per escludere che le popolazioni residenti nella Valle del Sabato corrano rischi derivanti dall’inalazione dei fumi e dalle polveri, presumibilmente tossici, dispersi nell’aria in seguito all’incendio che ha interessato lo stabilimento;
il 26 giugno 2014 sul sito on-line del comune di Montefredane sono stati resi noti i risultati dei rilievi effettuati dall’Arpac, che nel relativo report sottolinea che «per gli aspetti ambientali, i valori ritrovati non risultano preoccupanti se indicativi di una situazione di picco correlabile all’evento incidentale dell’incendio della Novolegno» e che «è utile che ci si attivi per avviare un monitoraggio in continuo nella zona industriale di Pianodardine, mediante centralina fissa»; a parere degli interroganti, dall’esame dei dati sopra richiamati si rilevano valori puntuali di cadmio ed arsenico superiori alle soglie di media annua di cui decreto legislativo n. 152 del 2007. Tali dati, ovviamente, non sono tra loro confrontabili, considerate le diverse metodologie di rilevamento, e i valori rilevati puntualmente nelle giornate del 12 e 13 giugno andrebbero integrati ampliando e prolungando la campagna di rilevamento. In ogni caso, comunque, i valori misurati sono difficilmente compatibili con un «picco correlabile all’evento incidentale», come dichiarato nella relazione dell’Arpac, in quanto risultano in crescita dalla prima misurazione (+24h) alla seconda misurazione (48h) a fronte di un andamento decrescente che sarebbe lecito attendersi dopo l’evento;
intanto la procura della Repubblica di Avellino ha aperto un fascicolo sull’incidente avvenuto e ha sequestrato il filtro a manica che ha preso fuoco all’interno della linea di produzione NI3 e il silos dello stabilimento Novolegno. Al momento è stato configurata l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale a carico del presidente del consiglio di amministrazione e per il direttore generale dell’azienda; sull’incendio alla Novolegno è stato convocato per il prossimo 9 luglio il tavolo tecnico in prefettura con i sindaci dei paesi della Valle del Sabato, l’Arpac, l’Asl e i dipartimenti per l’ambiente;
con la delibera 125/14 del 29 aprile 2014 la giunta della regione Campania ha deciso di conferire, nell’attuale Stir allocato nella zona industriale di Avellino, rifiuti indifferenziati provenienti dalla Calabria per il trattamento industriale degli stessi -: se i Ministri interrogati siano a conoscenza della grave situazione di inquinamento ambientale presente nella cosiddetta media Valle del Sabato e se intenda comunicare le risultanza dei lavori del tavolo tecnico che so riunirà il 9 luglio 2014
“.

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