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Le interviste di AtripaldaNews – parla il dimissionario segretario del Pd Gerardo Malavena: «impossibilità strutturale che impedisce di andare avanti, il mio non un addio. Nell’Amministrazione necessario un cambio di marcia, il partito ha autorevolezza e forza per scegliere il sindaco con le Primarie»

Pubblicato in data: 28/5/2016 alle ore:17:55 • Categoria: Le interviste di AtripaldaNews, Partito Democratico, Politica

Gerardo Malavena Pd_AtripaldaOrmai ex segretario del Pd, Gerardo Malavena quali sono le motivazioni dietro alla sua decisione di dimettersi?
«Si può dire che le ragioni di questa scelta si muovono lungo due binari: uno di natura strettamente personale, perché il mio lavoro non sempre mi consente di dedicarmi anima e corpo all’esercizio di un ruolo così importante; l’altro è di natura politica. O meglio, sono stato costretto a prendere atto di una impossibilità strutturale che impedisce di andare avanti. Le cause sono riscontrabili nel generale disinteresse di un’ampia parte del partito che, oltre a non aver dato un contributo in termini di idee e di proposte, non ha esitato, in alcune circostanze, a distillare veleno in modo del tutto ingeneroso, accusando la maggioranza di una chiusura a riccio. Le porte del partito in realtà sono sempre state aperte come la nostra disponibilità al confronto è sempre esistita. Però, con obiettività, andare avanti in questo modo sarebbe stato molto complicato, quindi spero che la mia scelta non venga interpretata dalle minoranze come un segno di instabilità dell’attuale maggioranza, ma piuttosto come un segnale di apertura al dialogo».
Come sono stati questi anni di impegno alla guida del Partito Democratico di Atripalda e che cosa resta?
«Sono stato eletto segretario il 24 novembre 2013 e questi tre anni sono stati sicuramente un periodo importante per la mia crescita personale. Un’esperienza in cui si sono consolidati anche rapporti di stima e amicizia, in particolar modo con i membri della mia segreteria e i consiglieri comunali. Ma è stato anche un percorso segnato da profonde amarezze e inaspettati colpi di mano. Ho dovuto constatare che c’è una sottile differenza tra essere dirigente e dirigere un gruppo, soprattutto per il fatto che ad ogni scelta seguono delle responsabilità che poi ricadono inevitabilmente sull’intero gruppo. Nonostante tutto, però, i risultati raggiunti mi portano ad essere abbastanza soddisfatto sotto diversi punti di vista: abbiamo gioito per la vittoria alle elezioni Europee e alle scorse regionali, in cui il Pd ha dimostrato di avere un indice di gradimento maggiore rispetto alle altre forze politiche. Abbiamo comunque un rappresentante, espressione del Pd locale, nel Consiglio Provinciale.
E tanto altro ancora ci ha dato motivo di essere soddisfatti. Eppure quello che più mi ha reso felice, è la possibilità di aver visto emergere giovani dirigenti che, spinti da sincero interesse e grande passione, hanno contribuito ad ottenere tutti i risultati ottenuti. Sicuramente mi si potrà rimproverare dicendo che si poteva fare di più, ma ritengo sia giusto guardare il bicchiere mezzo pieno. D’altro canto, solo chi non opera non sbaglia.
Al Coordinamento Provinciale ha proposto di affidare il timone del partito alla sua ex  segreteria, nel caso la richiesta dovesse essere accolta,  cosa si aspetta da questa reggenza?
«Sarei lieto che si accogliesse la mia richiesta di affidare, fino al prossimo congresso cittadino la reggenza ad Antonio, Emanuela e Costantino. In questi anni hanno mostrato grande impegno e sono convinto che abbiano le carte in regola per fare un buon lavoro, anche in un momento così delicato e di importanti impegni. Avrebbero certamente la possibilità di ripartire da quanto di buono insieme abbiamo costruito, ma soprattutto a loro spetterà il dovere di trovare una sintesi necessaria tra le varie anime interne al coordinamento cittadino: questo oggi è assolutamente necessario per la crescita del partito e per il bene di Atripalda, dato che manca un anno dalle prossime elezioni amministrative. Mi auguro che almeno loro, in futuro, possano incontrare il sostegno e la collaborazione che purtroppo non ho avuto io da parte di alcuni. Comunque, da parte mia, non mancherà mai il supporto e l’aiuto che saranno necessari per portare avanti questo compito impegnativo, è una rassicurazione che sento di dovere a loro in modo particolare. Anche perché il mio non si può definire un addio, al massimo un periodo di riposo».
Ad Atripalda il partito ha contribuito a formare la lista che attualmente sostiene la maggioranza, cosa pensa dell’operato dell’Amministrazione dal 2012 fino ad oggi?
«
La lista del 2012 è nata in un momento di difficoltà del partito, che allora attraversava una fase di forti lacerazioni interne. È venuta fuori dal confronto tra varie forze politiche che, pur avendo storie ed esperienze molto diverse, hanno deciso di far convergere le proprie energie al fine di raggiungere un comune obiettivo: ridare slancio alla città e ricostruire quella comunità che man mano va sgretolandosi, cercando contemporaneamente di riconquistare un rapporto tra eletto ed elettore. Ci siamo quindi ritrovati a voler ricostruire questo senso di comunità con un accordo tra le varie forze politiche, tra cui l’Udc, dando così vita alla lista e contribuendo sia in termini di idee, con la stesura del programma elettorale, sia in termini numerici, alla vittoria della lista con l’ elezione di Paolo Spagnuolo a sindaco di Atripalda.
Successivamente la maggioranza è stata sostanzialmente segnata dalla divisione della forza politica maggioritaria in quota Udc, vedendo la fuoriuscita dello stesso sindaco, di Landi, Barbarisi e Pascarosa dal partito dello scudocrociato.
Conseguentemente c’è stato anche il passaggio all’opposizione dei consiglieri Musto, Spagnuolo e Iannaccone. Questa scelta ha fatto in modo che la richiesta del Pd di avere maggiore rappresentanza in Giunta, venisse accettata, anche a seguito del passaggio nel Partito Democratico delle consiglieri Scioscia e Parziale. Così si è risolto un problema di natura legale che vedeva violato il principio della garanzia della presenza di quote rosa. Da questo punto, non per nostra colpa, come si è voluto far credere, si è spezzato qualcosa ed è evidente che la maggioranza si sia consolidata su basi diverse rispetto a quelle che l’hanno generata. Tutto questo ha sicuramente deviato, per qualche tempo, l’attenzione dall’azione amministrativa, che è passata in secondo piano, data la necessità di porre prima rimedio alle questioni politiche. Ovviamente ne ha risentito la cittadinanza. Comunque è doveroso ricordare che il Pd non è stato fermo e, per superare questa fase di stallo, ha predisposto un documento politico, consegnato al Sindaco, nel quale  era contenuto un vero e proprio programma di fine mandato. Gli obiettivi indicati sono tuttora in corso di elaborazione per cercare di chiudere nel migliore dei modi questa avventura amministrativa a prescindere da quello che accadrà in futuro.
Le mie dimissioni non dovranno in alcun modo frenare questo processo, da questo punto di vista sono certo che il coordinamento di reggenza saprà essere incisivo affinché vengano raggiunti gli obiettivi prefissati insieme nell’esclusivo interesse degli atripaldesi».
In base alle sue affermazioni auspica un cambio di rotta nel governo cittadino?
«Ai fini amministrativi non auspico tanto un cambio di rotta, quanto un cambio di marcia, perché è palese il grado di insoddisfazione, si percepisce chiaramente all’interno della collettività. Al netto di quello che si ravvisa, il futuro richiede una riorganizzazione dello scacchiere politico locale per garantire una maggioranza più solida, sulla base di una valida proposta programmatica. Vorrei che il Pd locale riuscisse a riorganizzarsi anche e soprattutto partendo da un confronto con la città e con le sue forze sociali, con la capacità di ascoltare e recepire istanze, proposte e idee al fine di incidere sulla scelta degli obiettivi da raggiungere. Bisognerà individuare soluzioni percorribili con sperata e perseguita unità di intenti, per Atripalda e per gli atripaldesi».
Secondo lei il Partito è pronto ad esprimere un candidato Sindaco alle prossime elezioni?
«Basandosi sulle voci che si sentono in giro, ci sarebbero diversi amici e compagni che hanno quest’ambizione, del tutto legittima, considerando il lavoro svolto nel corso degli anni. Ma più delle aspirazioni dei singoli, sono convinto che questo partito abbia l’autorevolezza, la forza e la credibilità per poter assumere la guida e servire al meglio Atripalda. Il fatto che ci siano diversi scontri e diversi desideri dà l’idea della vivacità nel Pd.
Cosa certa è che i nomi passano, come le volontà personali. Quel che resta, invece, è l’impegno collettivo che mettiamo per cambiare e migliorare le cose. Dal mio punto di vista ritengo che lo strumento delle Primarie sia il più logico e democratico per l’individuazione del candidato a Sindaco, dunque mi auguro che il Partito sia pronto, come lo sono io, a percorrere questa strada. Ovviamente, se questo dovesse essere lo strumento deputato per scegliere il prossimo primo cittadino, ci dovrà essere un patto di fede tra i concorrenti in virtù del conseguimento di obiettivi comuni» .
Quali dovrebbero essere i principi da cui la città dovrebbe ripartire? Dal progetto dell’Abellinum, dal centro storico, dalla valorizzazione delle risorse turistiche ed enogastronomiche?
«L’ Italia intera è conosciuta per la grande ricchezza culturale, le diverse iniziative e tradizioni che animano i territori sono certamente un valore da preservare e diffondere. Atripalda ha ben poco da invidiare a molti dei piccoli centri italiani che suscitano l’interesse dei turisti, credo che sia importantissimo ripartire da quello che abbiamo già la fortuna di avere, dunque dalla valorizzazione del centro storico, dello Specus Martyrum  e dell’antica Abellinum che dovrà rappresentare sicuramente uno degli obiettivi principali da raggiungere. Ciò dovrebbe avvenire anche mediante l’organizzazione di iniziative e manifestazioni finalizzate a promuovere il territorio, portando avanti le antiche tradizioni locali e le innovazioni che ci attendono. Non va nemmeno trascurata la possibilità di creare dei percorsi turistico-enogastronomici che potrebbero ridare ad Atripalda il lustro ormai perduto e potrebbero anche aiutarci a rimettere in sesto l’ economia locale, riportandoci ad essere quel polo attrattivo e commercialmente appetibile che anni fa eravamo, con la possibilità di contribuire a creare anche nuove forme di occupazione. Insomma quello di cui il nostro territorio ha bisogno, è la volontà di riorganizzare le idee, far convergere le potenzialità e sfruttare eventuali finanziamenti europei. In un momento difficile come questo, di crisi generale, questo compito non spetta più soltanto alla politica, si sente l’esigenza di un impegno attivo da parte dei singoli e delle associazioni. Questo lo testimonia perfettamente l’esperimento della Piazzetta degli Artisti, che continua a suscitare interesse da più parti e ci dà la misura di quello che dovremmo essere».

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2 risposte a “Le interviste di AtripaldaNews – parla il dimissionario segretario del Pd Gerardo Malavena: «impossibilità strutturale che impedisce di andare avanti, il mio non un addio. Nell’Amministrazione necessario un cambio di marcia, il partito ha autorevolezza e forza per scegliere il sindaco con le Primarie»”

  1. ELETTORE ha detto:

    HAI FATTO UN’ANALISI LUCIDA, E SPERIAMO CHE IL PD SI RICOMPATTI E METTA FINE A QUESTO SPERPETUO……..!!!!!!!!

  2. elettrice ha detto:

    scusa caro elettore,ma se questo è uno sperpetuo la colpa non è del PD,partito di maggioranza in giunta,in consiglio,e cosa più grave rispetto alle dimissioni di un segretario,non c’è una parola della sezione PD.del gruppo consiliare, del capogruppo,e del vice Sindaco,alloro lo sperpetuo chi l’ha creato’

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