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Le interviste di AtripaldaNews – Questione cinema Ideal, parla l’architetto Raffaele Troncone: «il documento politico di Sinistra Italiana Atripalda è pieno di errori, inesattezze e accuse anche gravi. Con la legge Franceschini presenteremo il progetto di rinascita»

Pubblicato in data: 5/12/2017 alle ore:12:30 • Categoria: Attualità, Le interviste di AtripaldaNews, Politica

«Non vogliamo entrare nel tritacarne della politica atripaldese, siamo degli imprenditori e vogliamo riproporre il cinema con un progetto di privati sfruttando la legge Franceschini ma il documento di Sinistra Italiana Atripalda lascia l’amaro in bocca perché è un documento politico pieno di errori, inesattezze e accuse anche gravi. Noi stiamo difendendo una proprietà dagli attacchi speculativi e lo stiamo facendo a nostre spese e con grandi sacrifici».
E’ visibilmente amareggiato l’architetto avellinese Raffaele Troncone, uno dei sette eredi dell’ex cinema Ideal, l’immobile finito pochi giorni fa al centro di un comunicato-denuncia di Sinistra Italiana.
Appena rientrato da Bruxelles, non riesce a darsi una spiegazione su quell’attacco: «Quando uno parla e fa del terrorismo gratuito può rispondere di questa cosa? – si chiede -. Dovrei lasciar perder ma sono un tecnico. Come eredi stiamo facendo salti mortali per mantenere questa proprietà e non lasciarla nelle mani di persone che sicuramente hanno interesse ad appropriarsene e oggi riceviamo anche questo benservito. In questa nota ci sono affermazioni gravissime. Questo è terrorismo politico condito da ignoranza dei fatti».
Con carte alla mano, nel suo studio avellinese, ripercorre la storia del cinema, chiuso ormai da decenni, che si intreccia a quella della famiglia Troncone. Proprio l’architetto Raffaele, tempo fa ha presentato un’ipotesi di recupero per ridare dignità alla struttura nel rispetto del vincolo di destinazione d’uso: accanto alla riattivazione della sala cinematografica e del teatro, gli eredi immaginano di realizzarvi anche un art-caffè al posto della galleria. Un progetto di ristrutturazione che richiede un investimento di circa due milioni di euro che finora è rimasto nel cassetto non avendo trovato il placet di un istituto di credito pronto a scommetterci sulla sua rinascita ma che oggi, alle luce della Legge Francescini, potrebbe ottenere quella spinta tanta attesa.
«A febbraio presenteremo il progetto di riattivazione del cinema Ideal per poter beneficiare della legge Franceschini – prosegue -. Finalmente, dopo nove mesi, sono stati attivati i decreti delegati e oggi abbiamo uno spiraglio di aiuto pubblico per procedere alla ristrutturazione del cinema grazie a un fondo che è riconosciuto per le sale storiche. Ma non sappiamo ancora se saremo ammessi a finanziamento».
Troncone ci tiene a fare chiarezza su alcuni passaggi del documento di Si: «si usano espressioni irriguardose nei nostri confronti visto che noi facciamo sacrifici per mantenere e salvaguardare la struttura che è oggetto di atti vandalici continui. Il cinema è stato isolato con quel tavolato perché era oggetto di atti vandalici continui che hanno massacrato e distrutto le vetrate. Aver chiuso non significa aver tombato l’opera ma aver tolto un elemento che proviene dall’esterno. Non potevamo consentire che le birre di vetro vendute dai bar in piazza venissero lanciate contro le vetrate del cinema. Il divieto di affissione nasce perché sono subito comparsi due manifesti. Sulla copertura abbiamo rimosso ventidue scatole di carcasse di fuochi di artificio, utilizzati per le feste patronali, che hanno bucato anche la copertura, nonostante fosse proprietà privata a cui non si potesse accedere. Qualcuno ha anche sfondato un cordolo di calcestruzzo per far defluire le acque piovane da rampa San Pasquale. Da qui la decisione di difenderci con quel tavolato di legno che non vuole essere un sarcofago. L’ultima bonifica dai piccioni ci è costata 7 mila euro ma non penso vadano solo sul cinema Ideal ma anche su altri edifici della città. Io debbo andarle a  rimuove ma gli altri che fanno? Quale altre soluzioni da tecnico dovevamo utilizzare? Mio nonno ha dato vita a questa struttura e qui è nato il Laceno d’Oro. Lo abbiamo tenuto chiuso perché abbiamo aspettato l’opportunità, che si sapeva che dovesse arrivare ma con le logiche tipicamente italiane, quali il ritardo, offerta dalla legge sul cinema che lascia uno spiraglio alle sale storiche».
Concessione, questione sismica e destinazione d’uso: questi le tre più grandi inesattezze per l’architetto Troncone: «Per l’immobile cinema innanzitutto non si può parlare di concessione in quanto l’edificio è stato costruito su suolo venduto dal comune di Atripalda, previa sdemanializzazione, approvata con delibera di giunta del 20.12.1951, a Ettore Troncone con atto di compravendita del 17.5.1952. Poi a seguire si sono succeduti altri due acquisti di suolo nel 28.08.1962 e il 02.10.1970. L’immobile è attualmente di proprietà di sette eredi. Li c’è una vendita. Tutto quello eh è stato realizzato è stato fatto con capitali privati per cui non si può fare i rivoluzionari». Poi la questione sismica: «Non capisco queste tentativo dove vuole arrivare. Perché si solleva la questione della sicurezza sismica statica di un fabbricato, perché solo per il cinema Ideal senza sapere di cosa è stato realizzato. Il cinema è la struttura più antisismica e più sicura: realizzato in muratura di tufo con listata in mattoni pieni, con cordolo superiore in calcestruzzo armato e copertura in travi tralicciate di acciaio. Quindi non ha solaio rigido e non è stato toccato dal terremoto. Abbiamo dormito lì la sera del sisma del 23 novembre del 1980 e le persone sono venute a proteggersi lì quando è crollata tutta Capo La Torre dall’altra parte del fiume. Eravamo lì e stavamo proiettando il film di Alberto Sordi “il malato immaginario”. L’immobile non ha riportato una lesione e non siamo mai dovuto intervenire. Basta controllare che non abbiamo richiesto mai un contributo. Questa è una diffamazione pretestuosa. Non capisco cosa vogliano fare sul cinema: una rivoluzione d’ottobre, se ne vogliono impossessare? Sono pronto ad un confronto pubblico ma non possiamo essere screditati, non lo meritiamo perché stiamo facendo sforzi per mantenere questa struttura, che ripeto non è pubblica. Noi abbiamo chiesto sempre a tutte le amministrazioni di acquisire l’immobile. Per rispetto di mio padre che in un punto di morte mi chiese di non vendere il cinema ma di continuare a farlo vivere che oggi siamo pronti a presentare un progetto di rinascita sfruttando la Legge Francescini». Infine sulla destinazione d’uso: «se questa struttura rimane come cinema rimane per la volontà di noi eredi e non per le imposizioni che ci hanno imposto come sulla destinazione dell’uso visto che c’era anche una norma europea che consente il cambio di destinazione (decreto legge del 13 maggio 2011 n.70 convertito con legge n.106 del 17/07/2011)».

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