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Regionali, Sinistra Italiana Atripalda critica l’amministrazione Spagnuolo

Pubblicato in data: 9/9/2020 alle ore:13:00 • Categoria: Politica, Sinistra e Libertà

La candidatura della vicesindaco Nazzaro alla Regione è l’ennesima riprova, in salsa cittadina, dell’assalto in corso alle formazioni che sgomitano per sostenere la cavalcata trionfale dell’imperatore De Luca alla scontata riconferma quale Presidente della Regione Campania.
Il risultato è una sfilza di liste fotocopia contenenti ex PD, ex UDC, ex Forza Italia, ex Demitiani, ex Mastelliani e chi più ne ha più ne metta.
Che su questa candidatura l’amministrazione di Atripalda abbia deciso di spendersi diversamente da come ha fatto alle provinciali per il proprio capogruppo è reso evidente dall’attivismo del sindaco in prima persona.
Tuttavia, c’è un chiaro filo conduttore, tra la figuraccia fatta fare ad Antonacci (incassata senza grossi patemi dal protagonista e che ha visto inevitabilmente complice la pattuglia ex PD in amministrazione), e l’attuale entusiasmo per la candidatura del vicesindaco in una formazione che appoggia de Luca ma si richiama apertamente alla tradizione democristiana (non a caso si è messa in scena la rituale genuflessione a De Mita).
Si è voluto spostare, tutti concordi, il baricentro politico dell’amministrazione verso il #centro, che non è più da intendersi come un luogo politico definito ma è piuttosto un’area confusa in cui è comodo posizionarsi per saltare di qua o di là a seconda dell’aria che tira… oggi con De Luca, domani si vedrà!

In quest’area è ormai pienamente compreso il PD cittadino che ha perso ogni identità e memoria ed è totalmente permeabile a coloro che vagano in cerca di collocazione.
Ricordiamo l’irruzione di Paolo Spagnuolo con il suo seguito destroide. Ed oggi ecco Petracca proveniente direttamente dalle fila demitiane e candidato per direttissima alla Regione, a cui gli amministratori PD si prestano mestamente a fare da cornice.
Noi ci avevamo provato a dare al PD la dignità per riprendere a fare politica avendo solida alle spalle la grande tradizione della sinistra ad Atripalda.
Ma non c’è stato verso. Gli amministratori, che ormai rappresentano gli unici riferimenti del PD cittadino, si sono presi la responsabilità di chiudere con il passato di sinistra e di non fare più politica preferendo l’organizzazione periodica dei comitati elettorali di chi, a turno, occupa il PD.

UNA MACCHIA INDELEBILE.

Ma poi ne vale la pena? Tutto questo per stare in secondo piano provando a giustificare l’imbarazzante posizione subalternissima, con frasi tipo (riportate dalla stampa): “la militanza è una cosa seria, è come un matrimonio: non sempre va tutto bene, ma questo non vuol dire che se qualcosa va male poi si scappa da un’altra parte……”. Quando si dice che la toppa è peggiore del buco! Veramente un BRUTTO spettacolo!
Ma si può andare avanti così?
Va bene a tutti che questa sia la politica?
Questa degenerazione della politica ha azzerato ormai da tempo qualunque confronto civile e democratico nella nostra cittadina.
Si è favorita la perdita di ogni sensibilità al dialogo, anche al semplice approccio, strumenti ritenuti inutili perdite di tempo.

MA NOI NON CI SIAMO MAI RASSEGNATI A QUESTA DERIVA.

Ai giovani che ancora mostrano, come noi, interesse per le questioni cittadine diciamo: non assumete questa politica malata a riferimento; non la assecondate solo perché ritenete sia più facile che sfidarla. Combattete per le vostre idee, non accontentatevi e soprattutto confrontatevi, non chiudetevi nei vostri gruppi, siate propositivi.
Siamo dispiaciuti di non aver potuto dare il nostro apporto all’organizzazione del recente incontro sul #referendum sul taglio dei parlamentari, ma non siamo stati informati dell’iniziativa, anche se chi ha organizzato ha scelto di invitare il nostro coordinatore provinciale, con il quale naturalmente concordiamo nel sostegno al “NO”.
Non ne facciamo un dramma.
Ma la strada per battere la cattiva politica passa per la condivisione delle idee facendo “rete”.
Per cambiare, se veramente siete interessati a cambiare, non c’è alternativa.

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