Palazzo Caracciolo, il Comune diffida i 32 eredi per la messa in sicurezza della facciata e lavora alla cessione gratuita delle quote
Pubblicato in data: 16/6/2012 alle ore:10:23 • Categoria: Attualità, Comune •Rischio crollo Palazzo Caracciolo, il Comune di Atripalda diffida i trentadue proprietari del castello ducale per la messa in sicurezza della facciata.
Sono passati oltre quattro mesi dal crollo che ha interessato parte del tetto della storica dimora gentilizia atripaldese ubicata lungo salita Palazzo, a pochi passi dal Municipio. L’antico edificio, di proprietà degli eredi della famiglia Alvino, ha subito infatti nel mese di febbraio danni ingenti a causa della forte nevicata e da allora i Vigili del Fuoco, con l’Utc comunale, hanno chiuso al traffico via Orto dei Preti (foto). Parte del tetto è infatti crollato mentre esternamente sono ben visibili diverse crepe sulle pareti. Oltre alla chiusura della strada i caschi rossi, indicarono nella relazione anche la necessità di mettere in sicurezza lo storico edificio.
In questi mesi più volte hanno protestato i cittadini per i disagi creati alla circolazione stradale con la chiusura al traffico di via Orto dei Preti, costringendoli a compiere lunghi giri.
Da qui la decisione di questi giorni del Comando di polizia municipale di procedere ad una piccola modifica nella viabilità lungo via Belli con una soluzione tampone, arretrando il divieto di accesso fino a via Pergola per consentire alle auto che scendono da via Serino di poter svoltare a destra.
«Come Comune di Atripalda abbiamo avviato un’azione forte – illustra il sindaco Paolo Spagnuolo – diffidando i trentadue eredi proprietari dell’immobile per la messa in sicurezza del Palazzo, il cui tetto è crollato a seguito della nevicata di febbraio». Nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale però c’è la volontà di acquisire lo storico edificio a bene pubblico. «Abbiamo avuto dei contatti con alcuni eredi – prosegue Spagnuolo – che ci hanno assicurato la propria disponibilità a cedere al Comune gratuitamente le proprie quote dell’immobile seicentesco appartenuto alla nobile famiglia dei principi Caracciolo. La settimana prossima avremo anche una riunione con uno dei proprietari. Poi procederemo alla sua valorizzazione e riqualificazione sfruttando finanziamenti ad hoc».
La richiesta parte dalla constatazione che il comune di Atripalda non dispone dei fondi necessari per procedere all’acquisto e si trova anche con i conti in rosso. Perciò solo una cessione gratuita potrebbe consentire all’Ente comunale di avviare il rilancio delle’edificio.
Il Palazzo signorile, monumento nazionale fin dal 1912, appartenuto alla nobile casata dei Caracciolo prima e da quasi cento anni di proprietà degli eredi del cavalier Alvino, versa da tempo in condizioni di abbandono. Una situazione di forte degrado che sta mettendo in pericolo la sopravvivenza dello stesso edificio. Fu edificato nella seconda metà del secolo XVI dalla nobile famiglia dei Caracciolo, Principi di Avellino e Duchi di Atripalda. Un vasto parco con piante rare, fontane e giochi d’acqua si sviluppava sul retro del palazzo, con la settecentesca disposizione dei viali a croce greca. Neanche la dichiarazione di monumento nazionale, avvenuta con decreto del 30 aprile del 1912, ha contribuito a ridargli il fasto di un volta. Anzi con il passare del tempo lo stato di degrado ed abbandono è aumentato. Una ferita ancora aperta nel cuore del centro storico che stenta a rimarginarsi.
IN QUESTO AFFARE IL COMUNE C’A PIU’ DA PERDERCI CHE DA GUADAGNARCI, ALTRIMENMTI QUELL’EDIFICIO NON SAREBBE RIDOTTO IN PERICOLOSE ROVINE
CIAO ROVINE
Bene ha fatto il Sindaco a diffidare gli eredi di palazzo Caracciolo. Quanti sindaci abbiamo avuto in 40 anni ? Nessuno ha avuto questa sensibilità. Certo sono convinto che và usato lo stesso metro per i palazzi abbandonati che si affacciano sulla piazza. Ce ne sono almeno tre, e la loro messa in sicurezza è più urgente di palazzo Caracciolo.
Alberto Alvino
Ciao anche io dico la mia: è giusto che si prendono dei provedimenti per pallazzo Carracciolo pero fa bene il sindaco Paolo Spagnuolo a trattare con gli eredi Alvino. Anche bonariamente prima o poi la strada si deve aprire perché è suolo pubblico e la gente con auto devono poter camminare ciao