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Biblioteca comunale chiusa, Rifondazione: “ovvero un sogno fatto ad Atripalda”

Pubblicato in data: 21/3/2021 alle ore:08:09 • Categoria: Politica, Prc

Il 2019 volgeva al termine,  allorquando uno scarno comunicato del sig.  Spagnuolo,  scritto in burocratese puro, com’è  nello stile del personaggio, annunciava laconicamente la chiusura al pubblico della biblioteca comunale a partire dal 7 gennaio 2020,  per l’esecuzione di lavori di  sistemazione e adeguamento alla normativa sulla sicurezza dei luoghi. Tempi previsti per la riapertura: 100 giorni lavorativi. Trascorso detto periodo (più  qualche multiplo di cento) e attraversato il lockdown,  la biblioteca è  stata avvolta da una coltre di silenzio da parte dell’ Amministrazione comunale. Al  luglio dello scorso anno risale l’ ultimo atto pubblico,  un’ ordinanza sindacale  che peraltro   richiama i lavori in corso   nella biblioteca unicamente  per giustificare la chiusura della villa comunale (all’ interno della quale  essa è collocata). Un atto che precede l’ultimo,  recentissimo,  provvedimento di sfratto nei confronti dell’associazione “Cambiamenti”, motivato sempre con l’esigenza di portare a termine i lavori .  Risultato:  oggi,  tagliato ampiamente il traguardo del primo anno di chiusura,  la struttura intitolata a Leopoldo Cassese  è  desolatamente serrata,  con  grande costernazione di appassionati di cultura,  studiosi e studenti, questi  ultimi già  penalizzati dalla chiusura di scuole e università e privati ancora una volta  di un punto di riferimento per le proprie attività.  Ciò  proprio quando le altre biblioteche della provincia hanno riaperto i battenti, pur con tutte le cautele e le limitazioni imposte dalla normativa anti-COVID.

Anche se i cento giorni iniziali – ormai famosi quasi quanto quelli di Napoleone –  li facessimo decorrere da luglio,  i conti non tornerebbero lo stesso. Il  tempo – grande scultore-  finisce perciò  per inchiodare il duo Spagnuolo- Antonacci, delegato ai LL.PP,  insieme a tutta la compagnia,  a un ulteriore ritardo  che sfiora ormai i trecento giorni.  E se l’ottimismo della volontà  ci induce a credere ad Antonacci quando afferma,  come ha fatto di recente,  che  la biblioteca in tutto questo lasso di tempo è  stata sempre presidiata da un dipendente comunale,  il pessimismo della ragione ispira, insieme a un naturale scetticismo, un moto di solidarietà  nei confronti di questo ipotetico  impiegato ignoto e negletto. Ci sembra di vederlo,  mentre si aggira un po’ smarrito fra tomi ponderosi, polverosi archivi e carte ingiallite, in una biblioteca trasformata nella sua personale “ fortezza Bastiani” ad aspettare un nemico che mai arriva.   Hanno fatto benissimo pertanto i  giovani dell’associazione  “ Idea Atripalda” ad indire una petizione per sollecitare l’apertura della struttura. E’  appena  il caso di dire che il PRC aderisce all’iniziativa condividendone pienamente spirito e finalità e si augura che essa sia coronata da successo,  anche perché  l’impossibilità  di fruire dei luoghi di cultura è  causa di ulteriori diseguaglianze nella società.

Leopoldo Cassese  (quale occasione più propizia  di questa per evocarlo?) affermava che gli atripaldesi hanno un cattivo rapporto con il loro passato e la loro memoria storica. Ebbene,  guardando all’operato di certi amministratori attuali,   la sua considerazione assume il valore di una profezia su un futuro che corrisponde al nostro presente;    vedendo invece la volontà  di non rassegnarsi  di tanti cittadini,  soprattutto giovani,  vien invece  da dire che in questa città abita ancora la  speranza.

 

Luigi Caputo -Partito della Rifondazione Comunista -Atripalda

Federazione PRC Avellino

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